Al 31 dicembre 2022 la raccolta netta complessiva realizzata dalle reti dei consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede è stata pari a ben 44,9 miliardi di euro che, sebbene rappresenti una riduzione del 21,6% rispetto al 2021, è il secondo migliore risultato di raccolta di sempre.
Le dinamiche di crescita degli ultimi cinque anni sono state caratterizzate da un volume medio di oltre 42 miliardi di euro raccolti, mai inferiore ai 30 miliardi di euro. l patrimonio complessivo rappresentativo dei prodotti finanziari e dei servizi d’investimento distribuiti è oggi pari a 698,9 miliardi di euro, con una flessione del 5,4% rispetto all’anno precedente.
Con riferimento ai dati dell’albo, al 31 dicembre 2022 il numero degli iscritti alla sezione dei consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede dell’albo è pari a 51.575 (lo 0,6% in meno rispetto al 2021), di cui attivi (con mandato) 34.683 (67,2%) e non attivi (senza mandato) 16.892 (32,8%).
I risultati del 2022 non confermano gli andamenti dell’anno precedente. In particolare, i provvedimenti di iscrizione sono diminuiti e le cancellazioni sono aumentate, con un saldo finale negativo e una riduzione del numero complessivo degli iscritti alla sezione dei consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede.
Tuttavia, si rileva che la riduzione degli iscritti alla sezione è riferita solo ai consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede non operativi mentre, come nel 2021, aumentano quelli in attività, aventi un rapporto con un intermediario autorizzato. I consulenti abilitati all’offerta fuori sede attivi sono aumentati del 2,4% rispetto al 2021 (erano n. 33.870) mentre quelli non attivi sono diminuiti del 6,3% (erano n. 18.030).

Questo trend dimostra che il processo di consolidamento della categoria, già in atto negli anni precedenti come peraltro l’opera di razionalizzazione portata avanti dagli intermediari, è proseguito anche nel 2022.
Per quanto riguarda la distribuzione territoriale dei consulenti finanziari, nel nord Italia si concentra la maggior parte degli iscritti, con una percentuale pari al 60,3%.
In Lombardia si registra inoltre la più alta presenza di consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede, pari al 22,9% del totale della popolazione. Il restante 39,7% degli iscritti si osserva nel centro-sud e nelle isole.
Con riferimento alle dinamiche di crescita della professione, nel 2022 si riscontra un ulteriore aumento relativamente all’attivazione di nuovi mandati da parte degli intermediari autorizzati (+13,9%), sebbene meno consistente di quello già rilevato nel 2021. Inoltre, anche nel 2022 la maggioranza dei nuovi mandati, pari a circa il 70%, si riferisce a consulenti finanziari con contratto di agenzia, mentre la restante parte a consulenti finanziari dipendenti.
Rimane stabile la presenza del genere femminile, mentre diminuisce il numero di consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede appartenenti al genere maschile. Le donne rappresentano il 22,3% del totale (erano pari al 22,1% nel 2021).
Infine, l’età media degli iscritti aumenta pur rimanendo sotto la soglia dei 52 anni. Prosegue il graduale processo d’invecchiamento della popolazione iniziato nei primi anni 2000, aumentano ancora i consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede over 50. Il 63,8% dei consulenti supera i 50 anni e il 7,8% ha oltre 65 anni. Gli under 40 raggiungono il 13,3% del totale della popolazione. Continuano ad incrementarsi tutte le fasce d’età ad eccezione di quella centrale tra i 40 e i 50 anni non ancora compiuti che, al contrario, diminuisce. Tuttavia, i dati dell’albo indicano anche un aumento rispetto al 2021 dei consulenti finanziari under 40 e, in particolare, di quelli che non superano i 30 anni, che raggiungono il 3,5% del totale.
Se guardiamo, infatti, agli ultimi cinque anni, l’interesse verso la professione del consulente finanziario risulta crescente, e lo è specialmente per i giovani under 30. Oggi rappresentano il 34% degli iscritti alle prove (nel 2018 erano il 27% circa). Se guardiamo ai primi mesi del 2023 i giovani under 30 sono pari al
39,3% del totale, percentuale che si pone al di sopra rispetto a quella rilevata alla fine dell’anno precedente. I candidati che hanno partecipato alle prove da febbraio ad aprile sono stati n. 1.575, di cui idonei n. 703, pari al 44,6% del totale.
Per quanto rigarda invece la distribuzione dei consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede nelle reti, nelle prime dieci reti opera il 70,6% dei consulenti in attività (3,3 punti percentuali in più rispetto all’anno precedente) e l’88,8% nelle prime 20 (1,4 punti percentuali in più rispetto al 2021).
Il settore è caratterizzato da una forte concentrazione, considerato che gli intermediari autorizzati e attivi (per attivi si intende con almeno un consulente finanziario abilitato all’offerta fuori sede con rapporto aperto) sono n. 175 (n. 185 e n. 202 rispettivamente nel 2021 e 2020) con le reti di Intesa, Generali e Fineco sul podio della classifica per raccolta netta come da grafico che riportiamo qui sotto.


Inoltre, il 59,2% dei consulenti finanziari attivi ha sottoscritto il mandato corrente (cioè opera con la stessa azienda) da più di 5 anni. Tali risultati esprimono una posizione professionale consolidata, un importante patrimonio di relazioni, esperienza e competenze maturate da parte della maggioranza dei consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede attivi, ma va detto che è in atto nel settore anche un forte giro di c.d. “cambi di casacca”.
Rispetto ai mandati (rapporti) aperti dai soggetti abilitati nel 2022, questi sono stati n. 5.833, in aumento del 59,8% rispetto all’anno precedente. Il 39,5% è rappresentato da nuovi mandati e il 60,5% da cambi di rapporto. I nuovi mandati sono aumentati del 13,9% rispetto al 2021. Per quanto attiene i cambi di rapporto, anche questi si sono incrementati del 116,8%.
Analizzando i nuovi mandati in ragione della tipologia del rapporto, si rileva che nel 2022 i rapporti aperti da consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede agenti/mandatari sono aumentati rispetto all’anno precedente dell’1,3% mentre quelli aperti da consulenti finanziari dipendenti sono aumentati in maniera più consistente (+62,1%). In ogni caso, i nuovi mandati dei consulenti finanziari agenti/mandatari rappresentano la maggioranza (70,3%), in continuità con i tre anni precedenti, mentre la restante parte si riferisce ai consulenti finanziari dipendenti (29,7%).
Nel grafico sottostante si osserva una prevalenza dei rapporti con consulenti finanziari dipendenti dal 2013 fino al 2018, con un picco di crescita raggiunto nel 2015. A partire dal 2019 inizia invece a prevalere il numero di consulenti con rapporto di agenzia/mandato.

Si tratta dunque di un settore in pieno fermento che gioca un ruolo importante per l’educazione finanziaria degli italiani, pilastro fondamentale per lo sviluppo e la crescita economico-sociale del Paese. Una recente ricerca ha purtroppo evidenziato che il livello di alfabetizzazione finanziaria degli italiani in materia finanziaria, previdenziale e assicurativa dimostra ancora un notevole divario tra l’Italia e gli altri Paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE). Il livello di alfabetizzazione risulta in lieve crescita rispetto agli anni passati, ma le conoscenze finanziarie non sono ancora sufficientemente diffuse, anche con riferimento a concetti di base.
Solo con il sostegno di un professionista, quale il consulente finanziario, l’investitore può affrontare in modo adeguato e informato i rischi e le opportunità che il mercato finanziario offre ai propri risparmi e di farlo in un panorama sempre più diversificato e complesso.