Per diventare promotore si dovrà pagare nel 2016 una nuova tassa da 168 euro

200 euro

Insieme alla costituzione dell’Albo Unico la Legge di Stabilità introduce una nuova tassa di concessione governativa di 168 euro a carico di coloro che intendono iscriversi dal 1° Gennaio 2016 all’attuale Albo dei promotori finanziari (Apf) e futuro Albo dei consulenti finanziari.

Già viene introdotto un nuovo balzello per i neo consulenti finanziari, sebbene occorrerà ancora attendere la modifica del Regolamento Intermediari e alcune delibere Consob per la creazione dell’Albo Unico che sarà suddiviso in tre sezioni distinte: i consulenti finanziari “abilitati all’offerta fuori sede” (gli attuali promotori finanziari), i consulenti finanziari “autonomi” (ovvero i consulenti fee only) e le società di consulenza finanziaria.

Gli agenti assicurativi e i mediatori creditizi già pagano questa tassa rispettivamente per l’iscrizione al Rui e all’Oam. Adesso la tassa una tantum viene estesa anche ai consulenti finanziari, che già come promotori sono tenuti a versare 100 euro per sostenere la prova valutativa per l’accesso alla professione e 300 euro per l’iscrizione all’Apf. Successivamente i promotori pagano ogni anno un contributo alla Consob, che nel 2015 era di 93 euro, e uno di 85 euro all’Apf.

I 168 euro non dovranno essere pagati se il soggetto chiederà il passaggio da un elenco all’altro dello stesso Albo. E’ tenuto a versarla anche  se l’ha pagata per l’iscrizione ad altri Albi, Elenchi o Ruoli e anche in caso di reiscrizione all’Albo, dopo una cancellazione (Solo nel 2015 si sono reiscritti all’Apf oltre 350 promotori).

Cosa si farà con questa tassa?

La Legge di Stabilità prevede il rilancio del Fondo di garanzia per i risparmiatori e gli investitori previsto dal Dl 179 del 2007, ma mai attivato presso la Consob, che ha lo scopo di risolvere in via stragiudiziale le controversie tra intermediari finanziari e clienti in tema di investimenti. Il fondo sarà finanziato oltre che con la metà degli importi delle sanzioni irrogate dalla Consob, anche con una dote finanziaria, massimo di 250mila euro annui, derivante dalla “nuova” tassa di concessione governativa di 168 euro una tantum dovuta da tutti coloro che verranno iscritti all’Apf a partire dalla riapertura degli uffici già da lunedì.

Secondo le stime de Il Sole 24 Ore solo ipotizzando un numero di iscrizioni all’Apf in linea con quelle degli anni precedenti (la media annua degli ultimi sei anni è pari a 2536 soggetti), dal versamento di 168 euro pro capite è possibile stimare un gettito di 426mila euro annui. Il calcolo è anche prudenziale dal momento che non sono stati considerati i possibili nuovi iscritti derivanti dall’accesso facilitato al nuovo Albo previsto con la Stabilità 2016 per gli agenti assicurativi già iscritti al Rui e neanche i futuri iscritti alla nuova sezione dei consulenti finanziari autonomi.

Ma se c’è un limite massimo di 250mila annui per l’alimentazione del Fondo di garanzia, come saranno destinate le somme che l’Erario incasserà in eccedenza? I consulenti verseranno i 168 euro sul c/c postale 8003 intestato all’agenzia delle Entrate, che poi girerà tutto o parte alla Consob anche per altre finalità. Per esempio pe compensare il contributo che la Consob perderà una volta che la vigilanza sui singoli iscritti passerà all’APF che sarà trasformata nel nuovo “Organismo di vigilanza e tenuta dell’Albo unico dei consulenti finanziari”.

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